Ami is dead! Il corto disponibile su YouTube!

 

Finalmente  ieri sera hanno proiettato al cinema di Sasso Marconi il corto ‘Amore mio infinito’ durante la rassegna di corti On The Road. Questo cortometraggio, costatoci tempo, fatica e salute (ci siam ammalati tutti dopo o durante lo svolgimento), non è stato considerato idoneo per passare alla finale del concorso che, seppur a livello giovanile (partecipavano molti centri sociali) proponeva alcuni corti di ottima fattura come "-2". Tengo a precisare che noi (quando dico noi intendo io e fulvio che l’abbiamo scritto, l’ilaria che ha fatto l’attrice e anche rossi e la carlino che ci hanno dato una mano il 18) siam stati tra i pochi (se non gli unici) a presentare un corto fatto unicamente da noi (come l’anno scorso con Ehilà, con la differenza sostanziale di aver fatto un montaggio "fatto in casa" con un programma nettamente inferiore al precedente Adobe Prèmiere), senza aiuto di esperti o altro, come hanno più o meno fatto (giustamente) tutti i partecipanti.

Le motivazioni addotte dai critici (vorrei mettere le virgolette ma non posso in quanto non li conosco personalmente; in quanto giudicatori di video cinematografici, però, non mi sembrano eccessivamente esperti) sono l’eccessivo utilizzo della musica e… Basta. Non viene fatto un cenno alla storia, ai simbolismi sparsi qua e là nella narrazione filmica (contorta ma lineare) nè – come è stata fatta nella valutazione di altri cortometraggi – un cenno alla recitazione, a mio avviso di ottimo livello.

Avrei potuto capire accorgimenti tecnici (sono presenti numerosi errori più o meno gravi in tutto il corto, lo ammetto. Questo è dovuto prevalentemente dalla fretta e dalla poca esperienza) ma un commento del genere presuppone poca attenzione nella visione e scarse doti comparative. Sì, scarse doti comparative, perchè per quanto possa essere inutile e banale la nostra storia è comunque girata con un certo tono intimista e richiamante ad una cultura cinematografica in stile Wong-Kar Wai (penso che nessuno di voi abbia visto "In the mood for love". Beh, in tal caso guardatevelo) non ha nulla da spartire con un filmetto girato maldestramente da un fottìo di ragazzini sboccati che amano fare gare in bicicletta e che alla fine fanno la pace. Capisco tutti i buoni motivi alla base del tema e del buonismo latente di fondo, ma non capisco l’inconcepibile scelta della giuria (sempre con le dovute virgolette) di farlo arrivare alla finale di un concorso di cortometraggi che mai aveva visto un’opera tanto inconcludente quanto scadente come questa fantomatica "Quella sporca cinquina".

Sono deluso in quanto tutto il tempo investito su questo progetto è andato a puttane e sinceramente non vi trovo un perchè, e questa è la cosa che non riesco a digerire.

Comunque, a parte ciò (penso che a buona parte di quelli che l’hanno letto – hanno iniziato po, sfiduciati, hanno smesso – non gliene freghi nulla di queste mie preoccupazioni), rimango dell’idea che la scena finale con la musica dei Pink Floyd sia stupenda.

 

Ho caricato su YouTube l’intero cortometraggio, per chi volesse vederlo perchè non l’ha mai visto, per chi l’ha già visto e non ci ha capito nulla, e per chi è incuriosito. Questo è il link. Lo trovate anche nella finestra sottostante.

Buona visione e lasciate commenti, per contraddire ciò che ho detto in questo inutile sproloquio.

Luca